Treni LEGO® 9V: quando il passato rimane attuale.
Nonostante siano passati ormai 12 anni da quando il sistema 9V è andato ufficialmente in pensione, continua ad essere un sistema utilizzato in molte Moc e Diorami che si possono ammirare nelle varie esposizioni a giro per il mondo. Com'è possibile questo? Molto semplice: il sistema 9V, rispetto agli attuali sistemi, consente una maggior autonomia in fatto di durata (in quanto non necessita di pile per funzionare) oltre a una ridotto ingombro del sistema d'alimentazione (un semplice motore rispetto a motore + vano batterie + ricevitore IR dell'attuale sistema IR); in più, attraverso il sistema di binari 9V e Arduino è possibile programmare i vari treni rendendoli indipendenti, dando un tocco di realismo in più al proprio diorama. Di contro, col sistema 9V si può utilizzare solo la misura standard delle ruote ma, soprattutto nelle motrici a vapore, il problema è stato bypassato dai più inserendo il motore nel tender e lasciando le ruote della motrice (normalmente di misura più grande) libere di rotolare sulle rotaie. I problemi più grandi che attualmente gli appassionati del sistema 9V sono costretti ad affrontare sono i prezzi notevolmente aumentati negli anni soprattutto per i binari dritti (che si possono trovare intorno ai 4€ l'uno) e la reperibilità ristretta a causa della cessata produzione; come è dunque possibile, per un appassionato, ovviare a questi problemi? Già da qualche anno ad alcune mostre sono stati visti binari del sistema attuale modificati in modo da elettrificarli come i vecchi, utilizzando una lamina d'alluminio accuratamente attaccata alla rotaia. Bene, spinti dalla curiosità di vedere quanto effettivamente possa essere efficace questo sistema, abbiamo deciso di provare noi stessi ad adottarlo e di condividere con tutti voi i vantaggi e gli svantaggi che riusciremo a trovarci; in questa primo articolo vi esporremo il materiale necessario e le fasi del montaggio (nonché le migliorie apportabili), mentre nel secondo articolo, che seguirà a breve, vi daremo qualche specifica tecnica e passeremo ad un confronto più accurato col sistema 9V. Avvisiamo fin da subito i lettori più suscettibili che in questo esperimento verrà utilizzato uno dei nemici più grandi di ogni appassionati e del Lego: il Kragle! Appassionato avvisato...
La prima cosa da fare per poter elettrificare i binari IR è trovare un'adatta superficie metallica da potervi applicare, che sia economica ed al tempo stesso non troppo complessa da applicare: le prime idee che ci sono balenate per la testa sono state un sottile lamierino di metallo e la pellicola d'alluminio che si usa normalmente per la cucina. Purtroppo il primo, oltre ad esser costoso, necessita di una strumentazione apposita per essere tagliato e piegato, viste le dimensioni ristrette su cui si va a lavorare e la precisione richiesta, quindi ci troviamo costretti a scartarla ancor prima di testarla; la seconda opzione invece sembrerebbe adatta, ma oltre ad essere molto fragile (si taglia con un grissino) necessita di uno strato di colla o biadesivo per essere posizionata sulla rotaia, con i difetti che rischia di non esser facilmente removibile nel primo caso e che difficilmente rimarrebbe con la piega giusta nel secondo caso. Siamo dunque rimasti senza opzioni? Ebbene no. In commercio è possibile trovare una valida alternativa a questi due tipi, ovvero un nastro adesivo metallico (quello da noi utilizzato è il nastro Bostik Idenden da 50mm di larghezza, ma esiste di varie larghezze e marche), sufficientemente sottile da essere piegato senza problemi, abbastanza morbido da esser tagliato anche con le forbici e al tempo stesso resistente a sufficienza per il nostro scopo.
Bene, ora il materiale che dovremo utilizzare ce l'abbiamo, possiamo passare al montaggio vero e proprio. Come prima cosa dobbiamo vedere le dimensioni che più ci interessano del binario, ovvero la lunghezza della rotaia e la larghezza della lamellina metallica che andremo a posizionare: dopo una semplice misurazione otteniamo che la lunghezza effettiva di un binario è di 135mm, mente la larghezza della lamellina metallica è di circa 6mm. Riportiamo quindi queste misure sul retro del nostro nastro d'alluminio, che è coperto da una pellicola bianca scrivibile, in modo da avere la superficie esatta da tagliare.
Per il taglio si consiglia l'utilizzo di una taglierina, o al più di un righello metallico e di un cutter, in modo da avere un taglio dritto e preciso; in caso di assenza di entrambe andranno benissimo anche le forbici, anche se il taglio rischia di essere più ondulato e un po' frastagliato...ma confidiamo che nessuno vada con la lente d'ingrandimento a controllare questo particolare! Una volta eseguito il taglio ci troveremo con le nostre due striscettine di nastro d'alluminio, e potremo finalmente passare all'applicazione: personalmente consiglio di applicare il nastro adesivo partendo dalla superficie superiore stando attenti a lasciare da entrambi i lati la stessa superficie per aria, in modo da metterla il più dritta possibile; ovviamente, per chi preferisse, anche la soluzione di metterla su uno dei due lati e poi piegarla funziona benissimo, ma è sconsigliabile visti i taglietti che andranno fatti successivamente.
A questo punto, prima di piegare i due lati del nastro è consigliabile passare col dorso dell'unghia sulla superficie orizzontale della rotaia in modo da far aderire perfettamente il nastro e appiattire possibile grinze. Inoltre, visto che sulle estremità, in corrispondenza della sovrapposizione con la successiva sezione di rotaia, c'è un restringimento dello spessore della rotaia, dovremo effettuare due piccoli taglietti in modo da poter piegare il nastro in due punti diversi ed evitare così di incurvare il nastro in quei punti rischiando di rovinare l'effetto finale.
A questo punto possiamo passare alla piega del nastro sulle fiancate, stando sempre attenti il più possibile a non creare pieghe né rialzi soprattutto nel punto di piegatura, dove c'è sempre il rischio di lasciare un piccolo spazio per l'aria, esteticamente bruttino da vedere; come sempre passiamo col dorso dell'unghia sulla superficie appena attaccata in modo da farla aderire meglio.
Nota 1: sui binari 9V, in corrispondenza della sovrapposizione fra i binari, nella parte metallica possiamo osservare una piccola gobba che ha la funzione di garantire il contatto fra le lamiere delle due sezioni di rotaia anche se l'attacco dovesse essere un po' largo; ovviamente nei nuovi binari questa gobbetta non è presente, non avendo da affrontare il problema della continuità della linea di conduzione. Questa differenza, può portare, in casi abbastanza limite, a non permettere il contratto fra le lamelline delle due sezioni di rotaia, interrompendo il circuito e non permettendo il normale funzionamento del treno; per ovviare a questo problema, consigliamo di creare un piccolo spessore in quella zona, in sostituzione della gobbettina, applicando al si sotto del nastro d'alluminio un piccolo pezzo di nastro biadesivo (due qualora fosse particolarmente sottile) in modo da garantire in ogni caso il contatto fra le due superfici. Questo espediente non è necessario nei punti di contatto fra binari 9V e i nostri binari modificati, in quanto è presente la gobbettina sul primo binario ad assicurarci il contatto.
Nota 2: la maggior parte dei diorami che si osservano durante le varie esposizioni sono costruiti a moduli di una base (che sia essa 32x32 stud o 48x48 stud); visto che in questi casi anche i binari sono suddivisi in moduli, corrispondenti alla lunghezza delle basi e su di esse perennemente collegati, si consiglia di attaccare il nastro adesivo non sulla singola sezione di binario bensì su tutta la lunghezza della base in un blocco unico, così da semplificare e velocizzare il lavoro di copertura delle rotaie con il nastro d'alluminio, oltre a garantire con più certezza il passaggio di corrente per tutta la lunghezza della sezione di diorama.
Con questo concludiamo la prima parte dell'articolo, e sperando di esservi stati utili, vi diamo appuntamento alla seconda parte! ;)
Articolo e foto di Gherardo Borselli
Editing e Impaginazione Jonathan Geri e Fabio Filippi